Alla scoperta del Delta del Po
Caratteristiche tecniche:
- Tipologia: City bike
- Partenza: Abbazia di Pomposa (Fe)
- Arrivo: Valli di Comacchio (Fe)
- Lunghezza: km 66
- Difficoltà: Facile
- Itinerario: Naturalistico, Enogastronomico
- Per Gruppi: Individuali
Per informazioni dettagliate: info@emiliaromagnabike.it
Prima Tappa:
L’itinerario ha inizio presso l’Abbazia di Pomposa fino ad arrivare a Portogaribaldi, durante questo tragitto si fa tappa presso le Oasi di Cannevié e Porticino, meravigliosi specchi di acqua salmastra protetti da due casoni della valle molto antichi. Avanzando lungo il sentiero, a piedi per un breve tratto, che oltretutto è predisposto per il birdwatching, è possibile osservare cormorani, germani reali e folaghe.
Presso il Lido di Volano si trova una estesa pineta litoranea, mentre adiacente è la riserva naturale dello Scannone, lembo di terra sito tra le prime tracce del mare e la foce del fiume, caratterizzato dalla presenza di pini marittimi, tamerici e lecci. Inoltre è possibile godere di un ampio panorama su pioppeti, vigneti, dune litoranee e pinete per più di sei chilometri sulla strada di Acciaioli.
Sul lato opposto della strada ritroviamo il Lago delle Nazioni, un bacino salmastro che viene utilizzato per sport acquatici. La strada prosegue verso sud per circa 18 chilometri affiancando il Lido delle Nazioni, il Lido degli Scacchi, il Lido di Pomposa fino ad arrivare a Portogaribaldi.
Seconda tappa:
Il secondo percorso qui proposto, ha inizio da Porto Garibaldi fino alle Valli di Comacchio, sorte agli inizi del Medioevo e distribuite su 13 piccole isole, si svilupparono grazie ad un’economia basata su la vallicoltura, produzione del sale e la lavorazione della canna. La particolarità della città di Comacchio risiede nella sua struttura urbana che vede la presenza di una fitta rete di ponti e canali, e case a schiera con la funzione di coprire gli androni che passano in direzione delle corti interne.
Nei pressi di Comacchio è posto il Museo delle Valli, che consiste in un’aera aperta e consente l’ingresso a piedi, con le biciclette o in barca consentendo di percorrere un itinerario tra terra e acqua in un paesaggio molto suggestivo. Inoltre è possibile ammirare anche i “lavorieri”, utilizzati per la cattura dell’anguilla, e i “casoni” adibiti alla pesca e risalenti al Seicento, oggi sede di musei. L’Oasi Zavelea, tappa successiva del percorso, è oggi di protezione faunistica un tempo vasta area salmastra è caratterizzata da un clima umido.
Si procede verso l’Argine Agosta, che si suppone ripercorra il percorso della strada romana che collegava Ravenna e Adria. All’inizio della strada è possibile fare una sosta per ammirare le valli, un panorama meraviglioso. Mentre per ammirare la lunga penisola di Boscoforte e la Valle di Magnavacca bisogna proseguire sulla carraia bianca posta sull’argine.