Le ocarine di Budrio
Tra gli elementi che rendono immediatamente gradevole la musica che allieta le feste di paese, c’è un popolare timbro sonoro che nemmeno i più sofisticati strumenti elettronici riescono a riprodurre: è quello dell’ocarina, un semplice strumento a fiato in terracotta inventata a Budrio, in provincia di Bologna da Giuseppe Donati verso il 1860.
Fin dall’Ottocento, a Butrio, si promuove e si preserva l’arte di produrre ocarine, come quella di suonarle, tanto nei suoi ambiti naturali della musica popolare, quanto in confronti arditi in cui i musicisti locali si misurano con i grandi brani della musica colta.
I costruttori butriesi
Il primo costruttore di ocarine fu lo stesso inventore Giuseppe Donati, che si formò un apposito laboratorio, prima a Budrio, poi a Bologna, infine a Milano. Nel 1870 cominciarono a fabbricare ocarine a Parigi due budriesi, già membri del complesso ocarinistico locale, Ercole ed Alberto Mezzetti, che poi si separarono, ed Alberto aprì un proprio laboratorio a Londra. Nel 1878 a Budrio, quando Giuseppe Donati era già emigrato a Bologna, cominciò Cesare Vicinelli a fabbricare ocarine nel luogo detto "Fornace Silvani".
Figlio di un fornaciaio ed anche lui fornaciaio esperto, inoltre buon conoscitore della musica e suonatore, oltre che dell'ocarina, della chitarra, del trombone e del bombardino, fece ocarine che incontrarono subito molto favore, per le qualità sonore, l'intonazione e l'estetica; ideò pure degli appositi stampi, sì che riuscì a produrre ocarine in quantità molto superiore a quella prodotta dal Donati stesso. Cesare Vicinelli, quando muore, nel marzo del 1920, lascia il suo laboratorio e la sua casa, con tutto l'arredamento e tutti gli attrezzi, a Guido Chiesa, che già da ventiquattro anni l'aiutava, dietro saltuari compensi.
Guido Chiesa , nato nel 1884, aveva allora già trentasei anni, e fino ad allora era vissuto prevalentemente lavorando coi propri genitori, che facevano gli ortolani. Ha fabbricato in media dalle venti alle trenta ocarine al giorno, spedite poi un po' in tutte le parti del mondo. Contemporaneo di Chiesa è un altro budriese: Emilio Cesari. Conoscitore della musica e valente suonatore di corno, il Cesari aveva lavorato nel laboratorio di Cesare Vicinelli quand'era ancora allievo del Conservatorio di Bologna, ed aveva poi attrezzato un laboratorio proprio, in località Creti di Budrio, ove aveva fabbricato ocarine dal 1920 al 1927, anno nel quale era emigrato a Bologna. Dal 1925 al 1927 aveva anche diretto il gruppo ocarinistico budriese, da lui stesso riorganizzato, ed era divenuto così anche un abile ocarinista, ma dopo d'allora non si esibì più in pubblico con quello strumento, se non in trattenimenti di carattere famigliare.
Trasferitosi poi a S. Remo, come suonatore dell'orchestra del Casinò di quella città, ivi nel 1940 circa aveva ripreso anche la sua attività di fabbricante d'ocarine, nella quale doveva presto acquistare una certa rinomanza sia in Italia che all'estero. Altro costruttore budriese è stato Arrigo Mignani, entrato a far parte del concerto delle ocarine di budrio nel 1963, egli si interessò alla costruzione di questo strumento. Contattò il Chiesa proponendogli di rilevarne l'attività e chiedendogli di insegnargli a produrre le ocarine. Chiesa pretendeva per la cessione dell'attività la cifra di venti milioni, una somma ritenuta esorbitante da Mignani che proprio in quegli anni aveva comperato una casetta per la cifra di tre milioni.
Egli riuscì a mettersi in contatto con gli eredi di Emilio Cesari che gli cedettero per un milione l'attrezzatura, ormai inutilizzata, del costruttore sanremese. Nel 1964 Mignani potè presentare il suo primo concerto di ocarine completo e continuò così la tradizione budriese per ben ventotto anni.