In viaggio tra le colline: da Bologna alla valle dell'Enza
Un lembo di terra formato da un confluire di strade provinciali e statali a partire dalla valle del Reno all’ingresso di Bologna fino ad arrivare alla valle dell’Enza sul confine tra la provincia di Reggio Emilia e Parma. Questo percorso ricalca una delle principali strade preromane di tutta la regione a testimonianza di una articolata storia insediativa grazie anche alla vastissima diffusione di siti archeologici a partire dall’età preistorica fino all’epoca romana. In realtà è solo con l’avvento del medioevo che si assiste ad un’affermazione strutturale della zona, a testimonianza di ciò è la “strada dei castelli” una strada ricca di borghi fortificati, castelli e torri.
In seguito fu meta per la borghesia e la nobiltà alla ricerca di meravigliosi territori dove costruire le proprie residenze nobiliari tra le colline più belle d’Italia. Uscendo da Bologna seguiamo la statale 64, una volta superato Casalecchio di Reno, proseguendo sulla provinciale 569R in direzione ovest si possono raggiungere le città di Crespellano, Bazzano e Savignano sul Panaro, mentre oltre il fiume, il primo centro della provincia di Modena è Vignola. Uscendo dalla provinciale 596R e proseguendo per strade secondarie possiamo visitare Castelvetro di Modena.
Percorrendo la provinciale 467R si accede all’area del comprensorio ceramico nella quale possiamo visitare la famosissima città di Maranello, Fiorano e Sassuolo, che estendono il loro territorio produttivo oltre il fiume Secchia, nella provincia di Reggio. Partendo da località Sant’Antonio raggiungiamo Scandiano, qui possiamo percorrere la così detta “strada statuaria”. Per raggiungere Quattro Castella e San Polo d’Enza sono presenti strade provinciali di buona percorribilità che danno la possibilità di percorrere tranquillamente l’ultima fase del percorso.
Bazzano
Posto sulle ultime propaggini dell’Appennino è un piccolo centro agricolo di notevole richiamo turistico. In base al reperimento di resti rinvenuti presso Bazzano, è stato possibile datare le origini al periodo preistorico. Nei secoli a venire fu oggetto di contesa tra i Modenesi e Bolognesi, dopo esser stato sotto il potere del vescovo di Modena, fu definitivamente sotto il potere dei Bolognesi dal 1299 per volere di Bonifacio VIII. L’oratorio della Madonna del Suffragio possiamo ammirarlo nella piazza centrale, Piazza Garibaldi, distinto da una grande meridiana.
Attraverso una ripida salita si raggiunge la parta alta del borgo storico che presenta ancora le mura medievali che custodiscono le tre porte d’accesso; attraversando l’unica porta munita di torre, la Torre dell’Orologio, si accede al recinto del castello dove si trova la parrocchiale di Santo Stefano. Proseguendo possiamo ammirare la Rocca, molto probabilmente di origine maltidica e ristrutturata dei Bentivoglio nel 1490, che presenta una struttura compatta a pianta quadrata, inoltre la rocca ospita il Museo civico archeologico Arsenio Crespellani.
Savignano sul Panaro
In un tratto compreso tra il Panaro e i rilievi collinari è posto Savignano sul Panaro in posizione baricentrica, circondato da frutteti e vigneti. La cittadina è particolarmente fortificata grazie alla triplice cinta muraria risalente al Trecento che custodisce il borgo medievale ancor oggi in perfette condizioni. Una zona di particolare interesse soprattutto archeologico per i significativi ritrovamenti archeologici come ad esempio la Venere di Savignano risalente al Paleolitico Superiore, oggi custodita al museo nazionale di Pigorini di Roma.
Un altro importantissimo ritrovamento è datato al 1980 con lo scheletro di un mammut adulto, oggi ricostruito presso il Museo dell’Elefante nel Centro Civico, via Doccia 72. In base a reperti rinvenuti e testimonianze sull’assetto ambientale è attestata una continua presenza insediativa sin dall’epoca preistorica fino all’età romana con lo sviluppo della curtis altomedievale. Anche Savignano fu oggetto del desiderio di più poteri e motivo di lotte tra modenesi e bolognesi, in seguito sotto il potere dei Canossa. Un ingresso fortificato viene segnalato dalla torre in sasso, mentre presso la Biblioteca civica possiamo ammirare un singolare pozzo ottagonale in marmo, dove oggi sorge la parrocchiale dell’Assunta, che custodisce la Via Crucis in terracotta della metà del XVIII.
Vignola
L’immagine urbana della piccola cittadina si riflette oltre che nella ciliegia, sulla quale si basa tutta la produzione locale, anche nella famosa Rocca uno degli esempi più importanti dell’architettura fortilizia di tutta la regione. Secondo la tradizione, la rocca fu fondata dagli abati di Nonànatola e, dopo esser passata nelle mani dei vescovi, fu ceduta al Comune di Modena e, successivamente, nel 1336 agli Estensi che la cedettero alla famiglia dei Contrari.
La rocca è protetta da torri angolari denominate rispettivamente Nonantolana, del Pennello, delle Donne e dell’Orologio e da un bastione detto rocchetta. Sull’ingresso un cassero e un rivellino sono posti a difesa del ponte levatoio dal quale si entra nella meravigliosa corte interna mentre al piano terra si trovano le sale di rappresentanza nominate dei Leopardi e dei Leoni, delle Colombe, dei Cardinali e degli Agnelli abbellite da decorazioni araldiche. Innanzi alla rocca si affaccia il palazzo Boncompagni edificato dal progetto di Jacopo Barozzi detto il Vignola.
Castelvetro di Modena
Dall’aspetto pittoresco, Castelvetro di Modena presenta un profilo caratterizzato da torri e campanili, inizialmente insediamento preistorico, come attestano i ritrovamenti archeologici, e successivamente castrum romano. Proprio sulla struttura del castrum venne costruito il castello e il borgo altomedievale che, a causa del terremoto, fu distrutto nel 1501 subendo ristrutturazioni e modificazioni nel primo Novecento. Tra i resti del castello, che risale al IX secolo, ritroviamo parte delle mura, il palazzo Rangoni e la torre dell’Orologio. Nella sala del Tasso, nel 1564 fu ospitato l’autore della Gerusalemme Liberata. Nei pressi del castello si trova la parrocchiale dei Ss. Senesio e Teopompo, mentre è da segnalare il riconoscimento ricevuto nel 2003 con la Bandiera Arancione, da parte del Touring Club per l’alta qualità turistica.
Fiorano Modenese
In una distribuzione disordinata, causata anche dalla presenza di numerose industrie, Fiorano Modenese è quasi del tutto inglobata alla vicina cittadina di Spezzano. Nel perimetro dell’antico castello sorge il santuario della Beata Vergine del Castello, edificato a partire dal 1634 per opera di Bartolomeo Avanzini e terminato nel 1889. La struttura presenta una facciata barocca che enfatizza la posizione verticale della cupola e delle torri laterali. L’interno ha una struttura a croce greca impreziosito da arredi, dipinti e una preziosa collezione ex voto.
Sassuolo
Città principalmente orientata all’industria, con il primato di polo principale per la produzione della ceramica, presenta un assetto urbano variegato tra attività commerciali, produttive e residenziali. In seguito ad un periodo caratterizzato da numerose lotte, nel XII secolo diventò feudo della famiglia Della Rosa e, nel 1417, degli Estensi. In seguito ad un breve periodo in cui divenne possedimento della famiglia dei Pio di Carpi, ritornò nelle mani degli Estensi nel 1599 che vi stabilirono la residenza di villeggiatura, inoltre con Francesco I d’Este nel 1634, il castello dei Pio fu strasformato nel Palazzo Ducale, oggi propriètà dell’Accademia militare di Modena.
Tra le sale interne da segnalare sono la camera dell’Amore, la sala della Fortuna, la camera delle virtù estensi, la camera del Genio, la galleria di Bacco , il salone della musico e il salone delle Guardie che nonostante siano spogli presentano decorazioni ad affresco e a stucco di notevole interesse. Nel cortile interno possiamo ammirare la fontana del Nettuno, mentre, tra le opere presenti nel parco sono visibili il casino del Belvedere e la Peschiera o anche detta Teatro delle fontane. Nella piazza Martiri Partigiani ammiriamo la parrocchiale di S. Giorgio mentre, proseguendo per piazza Garibaldi, la Torre dell’Orologio impreziosita dalla statua della Beata Vergine.
Scandiano
Dopo Bologna, è il comune con maggior numero di abitanti, Scandiano, situato nei pressi del torrente Tresinaro, è un centro commerciale, agricolo e industriale di grande estensione. I primi insediamenti sono relativamente recenti dato che sono datati verso il 1262 tramite l’analisi dei resti del castello fondato da Gilberto Fogliani. Dal 1409 fu sotto il potere estense e successivamente passò nelle mani dei Boiardo fino al 1560, in seguito fu sotto il dominio di numerose famiglie: Thiene, Bentivoglio e nuovamente Estensi, inoltre vanta i natali di due importanti scienziati naturalisti Antonio Vallisneri, Lazzaro Spallanzani.
Uno dei principali monumenti presenti nella città di Scandiano è la Rocca dei Boiardo, che in passato venne trasformata in residenza signorile e oggi è proprietà del Ministero dell’Economia. Il lato meridionale del palazzo è di origine barocca impreziosita da una magnifica torre angolare, una torre è anche presente nell’ingresso, di probabile derivazione ghibellina, un tempo fornita di ponte levatoio. Sempre nell’ingresso troviamo gli affreschi di Niccolò dell’Abate, che presentano scene dell’Eneide, e altri nella sala del Paradiso. Altri monumenti da segnalare sono la pieve di S.Maria, posta di fronte la rocca, e la casa di Lazzaro Spallanzani, posta in via Magati.
Modena
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