Una straordinaria vacanza tra le valli imolesi e faentine
Il crinale appenninico compreso tra Imola e Faenza si addentra verso l’Emilia Romagna raggiungendo la via Emilia e le sue città.
Le città presenti nella valle sono raggiungibili grazie a brevi percorsi, le città di Dozza, Castel del Rio, Castel Bolognese, Riolo Terme, Brisighella e Modigliana unisco attualità e tradizione tra le nuove proposte turistiche e i segni lasciati dalla storia sulle antiche vie predisposte ai traffici.
Dozza
Al confine romagnolo, Dozza si protrae verso un colle dalle pendici coltivate con vigneti, assieme all’ampia distesa della pianura circostante, l’agglomerato urbano si è conservato intatto nella struttura compresa nelle mura. Percorrendo via XX Settembre si arriva alla piazza dove è posta la parrocchiale dell’Assunta, che conserva tracce della primitiva costruzione risalente all’XI secolo, successivamente ristrutturata nel Quattrocento, e dipinti di Palmezzano. Attraverso un arco con orologio la parrocchiale è unita al Palazzo Comunale che si distingue grazie ad un porticato del Cinquecento.
Autore: Chiara Sibona
Posta nell’estremità occidentale dell’antico borgo, la Rocca è l’elemento portante della zona antica di Dozza, un’architettura di stampo militare rinascimentale. Presenta un perimetro a pianta pentagonale, anticipata da un esteso fossato è composta da bastioni romboidali e imponenti torrioni cilindrici. La rocca ospita il palazzo Malvessi-Campeggi che conserva una ricca collezione di armi, arazzi, mobili antichi e opere d’arte. Nel secondo piano troviamo la Pinacoteca del Muro dipinto, mentre nel sotterraneo ha sede l’Enoteca Regionale.
In ricordo del gemellaggio di Dozza con Montparnasse possiamo ammirare, sulle facciate delle case antiche, i murales creati per il Concorso del Muro dipinto, che si svolge a settembre solo negli anni dispari, che riportano firme prestigiose quali Matta, Saetti, Phang-Tang.
Castel del Rio
L’abitato è custodito da un colle che lo sovrasta, sul quale sono presenti resti del primitivo castello degli Alidosi, comunemente noto come Castellaccio. La famiglia nobiliare dominò Castel del Rio dal XIII secolo al 1638, ancor oggi il paese ne conserva le tracce nel castello Alidosi, che il cardinale Francesco Alidosi iniziò a costruire nel 1504.
Nel progetto della struttura era prevista una pianta a simmetria centrale, edificata solo nella parte orientale con due elementi angolari a losanga, un prestigioso esempio di struttura difensivo - residenziale che oggi ospita il Municipio, il Museo della Guerra, che conserva oggetti rinvenuti nelle zone circostanti relativi alla seconda guerra mondiale, e il Museo del Castagno.
Poco oltre il paese si trova il ponte Alidosi, che sovrasta il fiume Santerno, un capolavoro architettonico di ingegneria civile edificato da Andrea di Guerriero di Imola su commissione di Obizzo Alidosi nel 1499.
Castel Bolognese
Posta a metà strada fra Imola e Faenza, precisamente nel punto d’incontro tra il torrente Senio e la pianura, Castel Bolognese è un importante centro agricolo sulla via Emilia. La sua posizione strategica fu sfruttata dai bolognesi come punto d’ingresso verso la Romagna per la difesa del contado di Imola, infatti nel 1389 fu riformata come bastia da Lorenzo di Bagno Marino. In principio sotto il dominio di Cesare Borgia, detto il Valentino, nel 1501 passò nelle mani dello Stato pontificio. La struttura urbano presenta una maglia e perimetro rettangolari risalenti al periodo medievale e ampliati tra il Seicento e il Settecento.
Nella piazza centrale Bernardi possiamo ammirare il convento della SS. Trinità e il Palazzo Comunale, opera della trasformazione del chiostro di S. Francesco. Proseguendo verso sud, possiamo ammirare la parrocchiale di S. Petronio, edificata nel XV secolo, che custodisce alcune opere in terracotta di Alfonso Lombardi; sempre sulla stessa strada, poco distante dalla chiesa, è presenta una Raccolta d’Arte sacra che propone opere di Felice Giani e Giovanni Piancastelli. Nella città è anche presente un Museo civico, che custodisce materiali archeologici e opere di artisti di zona.
Nel viale che prosegue verso la stazione, viale Cairoli, si trova la villa Gottarelli, o anche chiamata Cintonara, un grazioso parco e raffinato oratorio di Filippo Antolini. Lungo la via Emilia, ritornando all’interno della città, possiamo visitare la chiesa di San Francesco, totalmente ricostruita nel Settecento e l’ex chiesa di S. Maria di Cosimo Morelli.
Brisighella
Centro più importante della bassa valle del Lamone, è anche un’importante zona termale oltre ad aver ricevuto il riconoscimento del Touring Club, con la Bandiera Arancione, per la qualità turistico – ambientale. La cittadina avviò le sue fortune con il commercio derivato dall’utilizzo delle cave di gesso, la seta, la lana, il cuoio, olio e vino, prodotti rivenduti presso i mercati di Firenze e Faenza. Sono state rinvenute tracce di insediamenti sin dall’antichità ma la fondazione della città risale al XIII secolo con Maghinardo de’ Pagani da Susinana. In seguito fu oggetto di forte contesa tra i Manfredi e la Chiesa, e successivamente inserito nello Stato pontificio (1509).
Un paesaggio naturale meraviglioso immerso nel verde, tra le terre coltivate sorgono tre spuntoni rocciosi che sovrastano il borgo, il primo regge la Rocca, il secondo la torre dell’Orologio, il terzo il santuario di Monticino. La Rocca si trova a sud – ovest di Brisighella, se si arriva da Riolo Terme; Francesco Manfredi la edificò nel 1310, in seguito le numerose riforme avvenute verso la metà del XV secolo e all’occupazione veneziana, la struttura subì notevoli cambiamenti. Nella Rocca è ospitato il Museo della Civiltà contadina, mentre percorrendo la strada adiacente alla Rocca possiamo raggiungere il secondo spuntone sul quale si intravede il profilo della Torre dell’Orologio. La Torre fu costruita nel 1290, negli anni spesso restaurata, oggi ospita il Museo del Tempo. Proseguendo sulla stessa strada sterrata possiamo raggiungere il terzo spuntone sul quale è posto il santuario di Monticino, dedicato alla Madonna, nel 1758. Molto note è la festa medievale di Brisighella, che si svolge tra la fine di giungo e gli inizi di luglio, in un’affascinante ambientazione nel borgo medievale. Nella piazza centrale, piazza Carducci, è posta la collegiata dei Ss. Michele e Giovanni Battista, al cui interno è custodito l’altare sul quale è conservata un Madonna risalente al Quattrocento su tavola, e un’Adorazione dei Magi posta nella cappella di S. Antonio.
In piazza Marconi possiamo visitare il palazzo Maghinardo, palazzo neoclassico nel quale ha sede il Municipio. Proseguendo attraverso il sottopassaggio, posto sulla destra del palazzo, è possibile raggiungere la scalinata che porta al teatro comunale Maria Pedrini e proseguire su un sentiero che porta fino alla torre dell’Orologio. Sulla stessa strada possiamo raggiungere la via degli Asini, o anche detta del Borgo, un singolare esempio di strada coperta e sopraelevata, singolare anche nell’illuminazione tramite mezze arcate del portico che costituiscono gli ingressi delle abitazioni poste sulla scarpata della roccia. Il nome della strada deriva dal transito delle carovane degli asini e dei muli utilizzati un tempo per il traffico verso le cave di gesso.
Modigliana
Modigliana è posta nel punto in cui si incontrano i torrenti Acerretta, Tramazzo e Ibola, dai quali si forma il fiume Marzeno. Per la presenza dei tre torrenti, e la conseguente presenza di altrettanti ponti, la città si divide in tre parti “Borgo Violano”, “Castello” e “Borgo”. I primi insediamenti si collocano nel periodo romano, mentre fu sotto il potere dei conti Guidi a partire dalla fine del X secolo fino al 1377, anno in cui passò nelle mani di Firenze.
Fu il centro più importante dell’Appennino posto tra Bologna e Montefeltro, solo nel 1923 fu annesso alla provincia di Forlì. Percorrendo via Torricelli possiamo ammirare il ponte di S. Donato, o anche detto della Signora, risalente al XVIII secolo caratterizzato da arcate a schiena d’asino, posto sul torrente Acerreta.
Il secondo ponte, Dante Alighieri, conduce verso la piazza Cesare Battisti seguita dall’ex Duomo. In via Garibaldi possiamo visitare la casa di Don Giovanni Verità, nella quale è ospitato l’omonimo Museo civico.
Dal ponte posto sul torrente Tramazzo, si giunge alla Tribuna, ingente torrione semicilindrico sovrastato da un’edicola sulla quale è posta una Madonna col Bambino realizzata dallo scultore Clemente Molli. Oltre la Tribuna troviamo la città vecchia, precisamente in piazza del Pretorio possiamo ammirare il palazzo dei conti Guidi, il palazzo del Pretorio nel quale ha sede la Pinacoteca Comunale Silvestro Lega, e il palazzo Borghi Biancoli. Seguendo la strada Passo della Rocca raggiungiamo alla Roccaccia medievale, che presiede la città.
Modena
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