Il settore orientale


Castelfranco Emilia

Catelfranco Emilia chiesa Santa MariaQuest’area è famosa nei libri di storia per lo scontro tra Antonio e Ottaviano avvenuto nel 43 a.C. dove risiedeva la “Forum Gallorum”. Caratterizzata da un impianto particolare urbano di derivazione romana a forma rettangolare con schema ortogonale, da matrice dell’insediamento è la via Emilia. Infatti, anticamente, più larga all’interno che all’esterno formava una lunga platea pubblica che riuniva tutti gli edifici più importanti della città.

A nord della via vi è la settecentesca parrocchiale di S. Maria Assunta, nella quale possiamo ammirare il capolavoro di Guido Reni L’Assunta. Di fronte troviamo la chiesa di San Giacomo Maggiore che custodisce una tela della Vergine in gloria con i Ss. Rita, Sebastiano e Rocco di Alessandro Tiarini. Lungo corso Martiri si trova il Museo archeologico che espone pezzi dell’età del bronzo, ferro e della civiltà villanoviana e romana.


Nonàntola

Nonàantola AbbaziaPosta a nord-est di Modena e collocata all’interno del territorio della centuriazione romana, Nonàntola è nota per la storia e gli avvenimenti che riguardano l’omonima abbazia benedettina. Anselmo, duca del Friuli e cognato di re Astolfo, edificò l’abbazia all’incirca verso la metà dell’VIII secolo, la struttura ben presto divenne punto di riferimento amministrativo e il suo potere accrebbe notevolmente grazie all’intensa attività culturale facilitata dallo scriptorum di sua proprietà. In un primo momento avviò un programma di bonifica della bassa pianura modenese, in seguito fu trasformata in commenda ed infine nelle mani dei Cistercensi fino al 1769 anno in cui fu soppressa. La giurisdizione dell’abbazia sul paesaggio circostante e sul borgo fu regolata, a partire dall’XI secolo dagli accordi della “partecipanza agraria”(un tipo di regolamentazione per la concessione delle terre, oggi ancora in vigore).

La struttura del catrum, risalente al periodo medievale, è di forma quadrilatera custodito e protetto da due torri: a ponente la torre dei Modenesi e a levante da quella dei Bolognesi. La chiesa di San Silvestro, presente nell’abbazia, ha rivelato, in seguito all’eliminazione di sovrastrutture accumulate negli anni, uno stile romanico – lombardo del XII secolo. Particolare anche nella facciata per l’insolito portale preceduto da protiro adornato da bassorilievi della scuola di Wiligelmo. Desta particolare interesse il refettorio, con gli affreschi del XI-XII secolo, e il Museo benedettino e diocesano di Arte sacra, nel quale possiamo ammirare il Tesoro abbaziale, tra cui ritroviamo i resti delle ingenti donazioni all’abbazia. Tra i tesori ritroviamo la stauroteca, una croce doppia bizantina, che, secondo le credenze, conserva un frammento della Santa Croce, il ricco Evangelario detto di Matilde.


Finale Emilia

Posta all’estremità dei confini della provincia di Modena fu sede di antichi insediamenti, in particolare nell’età romana fu sotto il dominio dell’abbazia di Nonàntola e in seguito, nel medioevo, fu fortificata. Nel corso dei secoli la sua storia va di pari passo con gli avvenimenti di Modena, infatti fu un punto strategico durante il suo Ducato, infatti fu passaggio obbligato per le comunicazioni fluviali tra Modena, Ferrara e Venezia. Per tali motivazioni non è insolita la presenza di mulini, opifici, un porto e un arsenale. Massimo sviluppo nel XVIII secolo ma, tra il 1880.86, si verificarono fenomeni di interrimento a causa della presenza del Panaro che divideva in due la città, causando una deviazione a sud-est della città e la conseguente trasformazione dell’alveo nell’odierno corso Trento e Trieste.

Tomba di Donato DonatiL’antico bacino della chiusa oggi è occupato da piazza Baccarini, mentre nella parte finale di corso Trento e Trieste troviamo la possente Rocca Estense. La rocca presenta una struttura quadrilatera con torri sulle quali governano aquile estensi, al cui interno è racchiuso il cortile con triplice loggiato. Nel corso dei secoli subì numerosi interventi di restaurazione, 1402 da Barolino da Novara, ampliamento, tra il 1425-30 con Giovanni da Siena, ricostruzione e infine fu rinforzata nel 1496 dal Biagio Rossetti. Oggi ospita i Musei civici, nei quali è presente la sezione di Storia naturale e archeologia che custodiscono ceramiche graffite del Seicento, e mostre organizzate dal Comune. Da alcuni anni, attorno alla rocca, si svolgono manifestazioni di “Finale Estense” con sfilate storiche e eventi storico – culturali nel mese di settembre.


San Felice sul Panaro

La colleggiata dei Ss. Filippo e Giacomo si trova su viale Battisti, caratterizzata dalla facciata dell’architetto Cesare Rossi e, nell’interno,.da un organo del Cinquecento di Giovanni Cipro e un’Adorazione dei Magi di Giuseppe Maria Crespi posto nella sagrestia. Posta nell’altra via principale, via Ventura, è la chiesa del SS. Rosario eretta per celebrare la vittoria di Lèpanto, riccamente decorata con stucchi di Michele Rigoli e Paolo Frisoni. Le altre due zone più importanti nella città le ritroviamo in piazza Verdi, nella quale è posto il palazzo Comunale con la statua di San Zenone, patrono della città, e piazza Giuseppe Garibaldi, zona del mercato cittadino nella quale possiamo ammirare la chiesa di S.Bartolomeo.

Rocca EstenseLe prime colonizzazioni risalgono al periodo romano, in seguito ad una bonifica della bassa pianura dal VIII secolo da parte dei monaci di Nònantola, ci fu una ripopolazione della città. In una posizione militare strategica, essendo confine tra Modena e Ferrara, fu sede di numerose lotte durante il feudo di Matilde di Canossa mentre, a partire dal 1518 fu sotto il potere estense. Il principale luogo di interesse si identifica nella Rocca Estense edificata nel 1340 da Marchesino della Tuade su commissione di Obizzo III d’Este fu la base del potere difensivo. In seguito fu restaurata dall’architetto Bernardino Ploti da Novara che gli diede una forma quadrangolare con torri angolari. L’unico ornamento è la sala nominata di Giulio II dove possiamo ammirare l’affresco di S. Francesco.

E’ sede del Museo archeologico Giuseppe Venturini, mentre nella piazza che la custodisce è circondata da case quattrocentesche e impreziosita, nella zona centrale, da un monumento ai Caduti di Aldo Roncaglia. Poco distante è la parrocchiale di San Felice con una facciata in stile neoclassico e il campanile in stile romanico, mentre nell’interno troviamo un trittico su tavola con l’Incoronazione di Maria, Pietà, Ss Felice e Geminiano, posto nell’abside sormontato da una lunetta con il Cristo morto di Bernardino Loschi. Lungo la via principale, via Mazzini, si trova il Palazzo Comunale, costruito nel 1486 e, grazie all’architetto Pietro Piazza, ampliato nel 1691. Piazza Matteotti custodisce, in uno stile urbanistico fuso tra Seicento e Settecento, la Torre dell’Orologio e il palazzo del Monte della Pietà sulla cui facciata ritroviamo una meridiana di Antonio Costa e la Pietà, affresco del veneziano Giacomo Moretti.


Mirandola

I primi insediamenti risalgono all’età protostorica, mentre la colonizzazione di sicuro in età romana, Mirandola fu in una posizione strategica fondamentale nel medioevo, situata in un vasto territorio compreso tra i fiumi Po, Panaro e Secchia.

Oratorio della Madonna della Porta (Mirandola)

 Ma la sua collocazione territoriale, punto di passaggio per i principali collegamenti della bassa pianura, causò notevoli disagi quali saccheggi e assedi. Durante il dominio estense fu una delle signorie-cuscinetto ma anche capitale della famiglia Pico che ne ebbe il dominio tra il XIV secolo e il 1707, anno in cui passò sotto il potere del duca di Modena.

Fu una delle prime città con fortificazioni a bastioni erette tra il 1541 e il 1544, subì inoltre anche rifacimenti urbanistici che le diedero l’attuale forma ottagonale. Il periodo di massimo splendore ebbe inizio del 1617 quando divenne ducato. A causa della perdita della reggia dei Pico, della quale rimangono solo alcune zone della struttura e i resti di un torrione ricostruito in stile neogotico nel Novecento, l’estesa zona alberata di piazza della Costituente è prima di una struttura di rilievo storico.

Nella zona settentrionale possiamo ammirare l’oratorio della Madonna della Porta con il suo altare maggiore opera di Francesco Pacchioni. Nella zona meridionale è posto il Palazzo Comunale che presenta un sofisticato portico sorretto da colonne in marmo veronese, in una delle sue sale sono custoditi alcuni dei ritratti dei Pico.

Mirandola via Giuseppe VerdiPercorrendo via Volturno si raggiunge la chiesa di San Francesco d’Assisi, una delle chiese più antiche francescane dell’Italia ed edificio di culto dei Pico. Presenta un interno a tre navate mentre nella cappella possiamo ammirare un nobile altare del Seicento e la Madonna della Ghiara. Nel Borgonuovo si trova il Duomo di S.Maria Maggiore che custodisce un coro con stalli (zona adibita alle sedute dei prelati nel corso delle celebrazioni liturgiche) in legno di noce massello.